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Chi più chi meno, in Europa ci stiamo chiedendo cosa significhi da un punto di vista di impatto ambientale e ESG il ritorno di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America.
Con la conclusione delle elezioni presidenziali statunitensi poche settimane fa, il mondo degli investimenti sostenibili affronta una “nuova” realtà. Il ritorno di Trump potrebbe provocare cambiamenti in ambito normativo ed economico, potenzialmente rimodellando il futuro degli investimenti ambientali, sociali e di governance (ESG). Sebbene la spinta globale verso un futuro più sostenibile sia improbabile che si fermi, una presidenza Trump introduce nuove considerazioni per investitori, aziende e politici.
Cosa potrebbe cambiare da un punto di vista normativo?
Sotto la precedente amministrazione Trump, c'è stata una chiara deviazione dalle politiche che incoraggiavano la finanza sostenibile. Tra le altre cose, la leadership repubblicana incluse il ritiro degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi e il dietrofront dalle normative volte a ridurre le emissioni di gas serra.
Data questa esperienza possiamo anticipare una posizione simile verso i requisiti di divulgazione ESG e le pratiche aziendali sostenibili nel suo secondo mandato. Le aziende potrebbero sperimentare meno pressioni normative per divulgare metriche e informazioni ESG o conformarsi alle divulgazioni legate al clima, riducendo possibilmente lo slancio attorno alla rendicontazione standardizzata (ricordi? ne abbiamo parlato nelle newsletter introduttiva sull’ESG).
Questo però non significa che ci sarà’ un allontanamento globale e generale da queste tematiche! Gli investitori sostenibili, in particolare quelli in Europa e Asia, probabilmente continueranno a guidare le richieste di trasparenza e rendicontazione tra le aziende globali, creando potenzialmente un ambiente normativo misto.
Quindi ci saranno più trivellazioni negli USA?
Il Trump 1.0 ha fortemente promosso i settori energetici tradizionali come il carbone e il petrolio. Una maggiore enfasi sui combustibili fossili potrebbe rallentare gli investimenti federali in progetti di energia rinnovabile e iniziative per combattere il cambiamento climatico. Questo potrebbe quindi influenzare i flussi di capitale verso lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie per l'energia pulita, specialmente nelle aree in cui i sussidi e gli incentivi federali sono stati cruciali per la crescita dell'energia rinnovabile.
Dall’altra parte, nelle trading room dei mercati dei capitali, le forze di mercato hanno significativamente investito in energie rinnovabili, e i principali investitori istituzionali sono già impegnati a finanziare la transizione verso l'energia verde. Il supporto del settore privato per le energie rinnovabili potrebbe attenuare i cambiamenti delle politiche statunitensi, poiché molte aziende e investitori hanno riconosciuto i benefici finanziari a lungo termine di un'economia a basse emissioni di carbonio.
E in merito alla bilancia commerciale?
L'approccio di Trump agli accordi internazionali e alle politiche commerciali è stato storicamente protezionista. Il ritiro della sua amministrazione dall'Accordo di Parigi ha segnato un passo indietro rispetto alle iniziative climatiche globali, e potrebbe, nuovamente, dare meno importanza agli sforzi ambientali multilaterali. Questo approccio potrebbe influenzare le aziende statunitensi con una presenza internazionale, in particolare quelle con catene di approvvigionamento che si estendono in paesi che stanno sviluppando e attuando attivamente le normative sulla sostenibilità.
Nel contesto degli investimenti sostenibili, le politiche di Trump potrebbero creare rischi e opportunità uniche per chi lavora nel mondo della finanza. Ad esempio, i settori e le aziende che dipendono dagli incentivi per la sostenibilità o dalla crescita trainata dalle esportazioni potrebbero affrontare delle sfide se gli Stati Uniti si distanzieranno dagli standard di sostenibilità globali.
E anche vero però che questo potrebbe spingere le aziende statunitensi a innovare indipendentemente dalla politica federale statunitense, posizionandosi come leader nell'ESG per rimanere competitive a livello globale.
Che aria tira tra gli investitori istituzionali?
Anche il feeling degli investitori riguardo agli investimenti sostenibili negli Stati Uniti potrebbe essere influenzato nel breve e medio periodo. Le politiche di Trump probabilmente incoraggeranno i critici dell'ESG, potenzialmente innescando ulteriori dibattiti sul fatto che questi investimenti servano gli interessi di pochi.
Sebbene un'amministrazione Trump possa attenuare il sostegno governativo all'ESG, gli investitori istituzionali e i gestori patrimoniali hanno stabilito una solida base per gli investimenti sostenibili che è improbabile venga invertita.
Anche l'opinione pubblica gioca un ruolo importante in tutto questo, e una percentuale crescente di investitori, in particolare i più giovani, sta dando priorità alla sostenibilità. Di conseguenza, la spinta verso l'ESG potrebbe spostarsi maggiormente verso sforzi dal basso e guidati dagli investitori, indipendentemente dal supporto del governo degli Stati Uniti.
Riassumendo.. man mano che gli investimenti sostenibili continuano a crescere, la presidenza di Trump potrebbe modellare il 'come' piuttosto che il 'se' dell'ESG. Le aziende e gli investitori probabilmente si adatteranno, concentrandosi su strategie a lungo termine che si allineano con la domanda del mercato e le tendenze globali.
Personalmente, incoraggerei i professionisti e gli interessati a queste dinamiche a seguire queste tendenze e a prepararsi per un panorama instabile in cui il supporto normativo potrebbe variare, ma l'impegno per investimenti etici e responsabili rimane costante!
Fonti: CFA Institute e Aviva Investors.
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